Da ormai circa due mesi i reati tributari sono entrati a far parte del catalogo dei reati-presupposto di cui al D. Lgs. n. 231/2001 in materia di responsabilità amministrativa da reato degli enti.

Infatti, nella G.U. n. 301 del 24 dicembre 2019 era stato pubblicato il D.lgs. 26 ottobre 2019, n. 124 (documento integrale), convertito dalla L. 19 dicembre 2019, n. 157, il quale inserisce all’art. 25-quinquiesdecies del D.Lgs. n. 231/2001, rubricato “Reati tributari”, la responsabilità da reato degli enti nel caso di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti (art. 2 D.Lgs. n. 74/2000), dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici (art. 3), emissione di fatture per operazioni inesistenti, occultamento o distruzione di documenti contabili (art. 10) e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte (art. 11).

La sanzione amministrativa pecuniaria prevista dall’art. 25-quinquiesdecies per le imprese che traggono vantaggio da tali reati di frode fiscale potrà arrivare fino a cinquecento quote, pari a 774.500 euro. Inoltre, il comma 3 del medesimo articolo prevede l’applicazione delle sanzioni interdittive di cui all’articolo 9, co.2, lett. c), d) ed e), ossia il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione,   l´esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e l’eventuale revoca di quelli già concessi e il divieto di pubblicizzare beni o servizi.

Si segnala, poi, che il Consiglio dei Ministri del 23 gennaio 2020 ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo di attuazione della direttiva (UE) 2017/1371, relativa alla lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell’Unione mediante il diritto penale (c.d. Direttiva PIF). Tale decreto, ad oggi all’esame delle Camere, prevede la punibilità anche le ipotesi di delitto tentato per i reati fiscali che presentano l’elemento della transnazionalità, se l’imposta IVA evasa non sia inferiore a 10 milioni di euro, nonché l’ampliamento del catalogo dei reati tributari per i quali è considerata responsabile anche la società includendovi i delitti di dichiarazione infedele, di omessa dichiarazione e di indebita compensazione.

Alla luce della nuova attenzione posta ai reati tributari, è necessario procedere all’ aggiornamento dei propri modelli 231,  partendo da una nuova valutazione dei rischi, della quale potrà beneficiare anche l’Organismo di Vigilanza nella pianificazione delle attività di audit sui processi fiscali, attività di controllo che non potrà mancare nei piani per il 2020.