In data 2 settembre 2019 ESMA ha pubblicato gli orientamenti finali in merito alle prove di stress di liquidità (Liquidity Stress Testing—LST) dei fondi di investimento applicabili sia ai fondi di investimento alternativi (FIA) sia agli organismi di investimento collettivo in valori mobiliari (OICVM) (documento integrale).

Tali linee guida stabiliscono pratiche di vigilanza uniformi, efficienti ed efficaci nell’ambito del Sistema europeo di vigilanza e sono dirette ai gestori, ai depositari ed alle autorità nazionali competenti in quanto forniscono chiarezza sulle pratiche attese. Per quanto riguarda i depositari, ad essi viene richiesto di istituire adeguate procedure di verifica per verificare che il gestore di un fondo disponga di procedure documentate per il proprio programma LST.

In generale, le prove di stress hanno lo scopo di fornire risultati utili a garantire che il fondo sia sufficientemente liquido, come richiesto dalla normativa applicabile e dalle condizioni di rimborso previste nella documentazione del fondo, nonché assistere i gestori nella preparazione di un fondo in caso di crisi e nella sua più ampia pianificazione di emergenza.

Tramite la riduzione del rischio di liquidità è possibile ridurre la probabilità che i fondi cedano le attività a sconti significativi al fine di offrire rimborsi (cosiddetti “fire sales”). Il rimborso di una parte rilevante dei fondi potrebbe, infatti, mutare i prezzi delle attività, con possibili ripercussioni sulla stabilità finanziaria.

Gli orientamenti richiedono ai gestori di sottoporre a stress test le attività e le passività dei fondi gestiti, incluse le richieste di rimborso da parte degli investitori in quanto rappresentano la fonte più comune e importante del rischio di liquidità, e di combinarne i risultati per determinare l’effetto complessivo sulla liquidità del fondo.

Se del caso, si raccomanda ai gestori di includere nel LST anche altre voci pertinenti sul lato della responsabilità di bilancio del fondo.

Secondo ESMA, i modelli LST dovrebbero determinare:

– i fattori di rischio che possono influenzare la liquidità del fondo;

– i tipi di scenari da utilizzare e la loro gravità;

– i diversi output e indicatori da monitorare sulla base dei risultati delle LST;

– la comunicazione dei risultati, delle realizzazioni e degli indicatori del LST alla direzione;

– come i risultati delle LST sono utilizzati dalla gestione del rischio, dalla gestione del portafoglio e dall’alta dirigenza.

È necessario, inoltre, predisporre una policy LST nell’ambito del piano di gestione degli OICVM e dei FIA, da riesaminare periodicamente.

Per quanto riguarda la frequenza, gli stress test devono essere effettuati almeno una volta all’anno e, se del caso, impiegati in tutte le fasi del ciclo di vita del fondo, ma si raccomanda di utilizzare LST trimestrali o più frequenti. È ammessa comunque una certa flessibilità a seconda della natura, della dimensioni, della complessità e del profilo di liquidità del fondo.

Infine, gli orientamenti attribuiscono la facoltà alle Autorità nazionali competenti di richiedere ai gestori la presentazione di un LST per contribuire a dimostrare la conformità del fondo alle norme applicabili, anche per quanto riguarda la capacità dello stesso di soddisfare le richieste di rimborso in condizioni normali e di stress.