In data 29 gennaio 2019, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato il comunicato n. 15 con il quale viene data notizia della futura emanazione delle misure transitorie necessarie per garantire la piena continuità dei mercati e degli intermediari in caso di recesso del Regno Unito dall’Unione Europea senza accordo.(documento integrale).

Si ricorda, infatti, che l’uscita del Regno Unito dall’UE, meglio nota come Brexit, è prevista per il 31 marzo 2019.

L’adozione di misure in caso di “no-deal” tra Regno Unito e UE è necessaria al fine di assicurare la stabilità finanziaria, l’integrità e la continuità operativa dei mercati e degli intermediari bancari, finanziari o assicurativi, nonché la tutela della clientela.

Il MEF assicura che  il provvedimento sarà emanato in tempo utile per permettere un ordinato svolgimento delle attività.

In ogni caso, il comunicato inizia a rendere note, in via generale, alcune delle misure che potrebbero essere adottate in caso di mancato accordo e viene specificato che nel predisporre le disposizioni transitorie il MEF, di concerto con le autorità di vigilanza, sentite le associazioni di categoria, terrà conto della natura degli intermediari.

In primis, è prevista l’introduzione di un congruo periodo transitorio nel quale gli intermediari potranno continuare ad operare secondo la normativa attuale, sia nel caso di operatori britannici che svolgono l’attività in Italia, sia nel caso di operatori italiani operanti nel Regno Unito.

Le misure, inoltre, disciplineranno gli adempimenti che gli operatori dovranno assolvere  anche oltre il periodo transitorio definito. Ciò per assicurare la continuità con il nuovo contesto istituzionale ed operativo.

Il provvedimento introdurrà anche disposizioni applicabili alle sedi di negoziazione ed all’accesso degli operatori alle stesse. In particolare, alla stregua di quanto disposto per gli intermediari, nel periodo transitorio sarà possibile continuare l’operatività secondo la normativa europea di settore, sia per i gestori di sedi di negoziazione britannici operanti in Italia, sia per quelli italiani operanti nel Regno Unito.

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